Babbo Natale e la Coca Cola
Babbo Natale e la Coca Cola
Babbo Natale e la Coca Cola (i rapporti tra…)
La Coca-Cola non ha inventato Babbo Natale e non è stata la prima a vestirlo di rosso.
Tuttavia, se per Babbo Natale intendiamo il signore simpatico e allegro che risiede nell’attuale immaginario collettivo, ecco, quello è sicuramente frutto della pubblicità della grande azienda di Atlanta.
Per la Coca-Cola l’inverno non è certo il miglior periodo dell’anno, essendo una bevanda prettamente estiva.
Quindi, sin da sempre, i loro uffici di marketing sperimentavano booster per sostenere le vendite in inverno.
Correva l’anno 1931, quando la D’Arcy – agenzia pubblicitaria di Coca-Cola dal 1906 al 1954 – ha incaricato Haddon Sundblom di disegnare un Santa
Claus umano (in precedenza era stato anche raffigurato come elfo) e realistico, una figura allegra e rassicurante, un omaccione sorridente e paffuto.
Ovviamente, questo Santa Claus è stato vestito con i colori del logo della Coca-Cola, rosso e bianco.
Dal 1931 fino al 1964, Sundblom continuò a disegnare Santa Claus per Coca-Cola, rendendolo la figura popolare che è adesso.
Per oltre 20 anni però, questa delizia di illustrazioni rimase nel continente americano.
Infatti, in questa veste, Babbo Natale ritornò in Europa (da dove era partito come San Nicola, protettore di Amsterdam) solo dopo il termine della seconda guerra mondiale. Dall’Europa, poi, si diffuse in 44 paesi nel mondo.
Quella che vedete sopra è la prima illustrazione di Sundblom che crea il link tra Coca-Cola e Santa Claus sostituendo la bevanda gassata ai tradizionali biscotti e latte lasciati per ristorare Babbo Natale.
Qui sopra il classico truck natalizio di Coca-Cola, con l’illustrazione di Santa Claus fatta da Sundblom, la foto è del 2006, fatta in Olanda ❤️.
Ora, tutto questo “pippone” su come una figura così familiare per noi sia frutto di un progetto pubblicitario può portare a varie riflessioni.
Domande e riflessioni sulla relazione tra Babbo Natale e la Coca-Cola
La prima domanda che mi viene in mente è: come si rappresenterebbe oggi il nostro Natale senza lo zampino di Coca-Cola?
La seconda è: ma quanto è bello che una “pubblicità” possa avere mutato (secondo me, in bene) un evento così universale?
Che si porta appresso la sottodomanda: ma quanto è bello che ognuno di noi e/o ognuna delle nostre aziende possa cambiare il corso delle cose, fare evolvere i costumi, ecc. ecc.?
Ora qualcuno – i nemici della contentezza sono ovunque – penserà al potere manipolatorio, ma li voglio fermare subito.
Santa Claus è diventato paciocco, bonario, positivo solo perché nell’intelligenza collettiva c’era spazio per accogliere una simile icona. Diversamente non sarebbe accaduto.
Quindi se si possono “installare” trojan o malaware – usando una metafora informatica – è perché le menti di riferimento sono con le porte aperte ad accoglierlo.
EVVIVA la pubblicità, che non è solo l’anima del commercio, ma anche un grandissimo portavoce della nostra intelligenza collettiva.
PG
n.d.a. Molte informazioni per questo post sono state prese da un interessantissimo booklet pubblicato da TheCocaColaCompany che potete leggere cliccando qui. È una chicca. Lettura molto raccomandata.
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